Concetti di base

- PALETTE DIREZIONALI 

Come gia' accennato, servono a provocare sia il movimento a zig zag sia l'affondamento piu' o meno marcato degli artificiali durante il loro recupero. In genere presentano una forma come quella in foto, ma possono assumere molte altre forme in base al movimento particolare che si vuole far assumere all'esca.

Nell'autocostruzione la si trova costruita con plastica (contenitori dei rullini fotografici, PET...),  CD (la parte interna non olografata), metallo (lamierino di alluminio, lamierino in acciaio inox) o policarbonato (Lexan o Makrolon)

Sconsiglio vivamente materiali come il plexiglass o similari in quanto questo materiale non e' per nulla resistente alle sollecitazioni (urti accidentali, sassi del fondale, ecc.).

Idealmente, la parte piu' larga è in genere qualche millimetro piu' larga del corpo, mentre per calcolare la lunghezza di fuoriuscita dal medesimo, si parte da una misura teorica corpo+3mm sia galleggiante che affondante. Le varie prove dell'artificiale in acqua sono fondamentali, in quanto le variabili in gioco sono molteplici (peso e lunghezza dell'artificiale, posizione della zavorra, ecc.) determinanti per la lunghezza ideale della paletta. Discorso a parte per gli artificiali denominati "Crank". La paletta è molto grossa e lunga ed è montata con una angolazione molto vicina all'asse statico del nostro artificiale. Questo accorgimento, unitamente al montaggio dell'anello di attacco della lenza nella paletta, permette un affondamento repentino dell'artificiale , permettendogli di raggiungere notevoli profondità.

L'affondamento si ottiene variando l'angolo delle paletta rispetto all'asse statico del nostro artificiale. Una paletta avente un angolo prossimo al nostro asse (A), permettera' un'affondamento maggiore, mentre una paletta posta  quasi ad angolo retto rispetto l'asse (B), provochera' un minimo affondamento e il movimento del nostro artificiale. Quindi, in genere, quest' ultimo tipo viene utilizzato soprattutto negli artificiali affondanti.